“Sono trascorsi 420 anni da quel 17 febbraio del 1600 – si legge nel comunicato dell’Associazione Nazionale – quando Giordano Bruno fu arso vivo in Campo de’ Fiori a Roma per ordine del tribunale della Santa Inquisizione, presieduto personalmente dal pontefice romano”. “«Eretico, pertinace, impenitente …» recitava la sentenza nella sua tracotanza di potere e nel massimo spregio per chi come Bruno rivendicava il diritto umano di pensare e scegliere autonomamente per uscire dalla caverna della sottomissione individuale e sociale e conquistare sempre più spazi di libertà e giustizia”.


“In un contesto storico come quello attuale, dove il senso della ragionevolezza sembrerebbe smarrito nella ripresa di rigurgiti di razzismo, fideismo, nostalgie di totalitarismo, vogliamo rimettere al centro più che mai la laicità, baluardo e fertilizzante della democrazia contro ogni sopruso e forma di sfruttamento” si legge ancora nel comunicato.

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